Bridges for Music è un’organizzazione non governativa e senza scopo di lucro la quale si prefissa il compito di sostenere la scena musicale locale nei paesi in via di sviluppo, utilizzando la musica come strumento di crescita culturale, e non solo, per le nuove generazioni. Appurato quanto oggi giorno gli artisti, soprattutto dj, riescano ad avere un grande appeal sui giovani, la scelta di utilizzarne la fama per produrre qualcosa di socialmente utile ed eticamente valido è stata il primo passo verso il successo. Nomi quali Skrillex, Richie Hawtin, Luciano, Black Coffee, Boys Noize sono stati infatti tra i primi ad accettare la sfida proposta da Bridges for Music, diventandone ambasciatori di questa filosofia, partecipando ai corsi e ai progetti che l’associazione organizza in Sud Africa. Forte di un’idea così eticamente ambiziosa, l’associazione ha ovviamente raccolto consensi e sponsor da tutta l’industria musicale, diventando ospite di festival come il Sònar, l’ADE e Glastonbury, o raccogliendo materiali da brand quali Traktor e Pioneer DJ.
Abbiamo incontrato Thibo Tazz, uno dei principali dj e produttori dell’organico, in un afoso pomeriggio d’estate ad Hoxton all’interno degli uffici della Pioneer.
Come è nata dunque l’idea di Bridges for Music?
Valentino Barrioseta ha lavorato per diversi anni all’Amnesia in Ibiza come brand manager, dove ha formato un’infinità di conoscenze e relazioni all’interno del mondo della musica elettronica. Lavorare in un club di Ibiza significa ovviamente una mole di lavoro incredibile, un business di tutto rispetto, ma anche sporcarsi le mani con un mondo che in realtà ha poco a che fare con la musica: turni di lavoro serrati, nessun contatto con il pubblico, la gente, con i musicisti, ma solamente marketing, franchising, pubbliche relazioni e branding. Insomma, una macchina che fagocita ogni briciolo di amore per la musica, per le gente, per il divertimento – sentimenti che di solito muovono chi vuole lavorare in questo campo.
Quando si è deciso a cambiare le carte in tavola?
Abbandonato questo mondo, Valentino viaggia in Brasile e in Sud Africa dove entra a contatto con una realtà più povera, ma ancora mossa da un’urgenza nobile e da un interesse naturale per la musica elettronica, senza sovrastrutture sociali e senza attitudine. Scoprire come la musica elettronica sia arrivata anche nella più povera delle favelas, o nella periferia di Cape Town, e che la sola passione abbia generato talenti sorprendenti, senza però alcuna risorsa, ha fatto sì che Bridges for Music nascesse e si formasse come organizzazione non profit; un’organizzazione che trovi a questa gente connessioni con il mondo del musica, che li aiuti a creare appunto ponti con il business.
Cos’è dunque BfM?
Un’organizzazione non profit che vuole sostenere la scena locale a Langa, periferia north di Città del Capo. Grazie all’aiuto di grandi nomi come Luciano, Skrillex, Richie Hawtin, e grazie a sponsor come la Pioneer, l’associazione è riuscita ad arrivare a parlare ai giovani della periferia della città, area prettamente nera, e sfortunatamente più povera. All’inizio grazie a workshop e a corsi, e ora con una vera e propria scuola, BfM sta cercando di offrire una conoscenza prima, e si spera un futuro in seguito, a questi giovani di Langa interessati alla musica house e alla scena elettronica.
Pensi che l’interesse per la house e la deep house esistesse precedentemente a Bridges for Music, o che l’associazione stessa stia aiutando a creare una scena?
In Africa esiste un’importante e grande scena deep house che sta crescendo sempre più. Le radio locali suonano prettamente deep house, per strada si ascolta parecchia deep house (nei negozi, nei parrucchieri, nei supermercati). É ovvio che Bridges for Music abbia cavalcato quest’onda. Direi che Bridges for Music si pone a metà, nel senso che ha colto l’esistenza di un fermento, di un interesse locale nei confronti della musica elettronica, ma è anche grazie alla scuola e ai workshop che si stanno convogliando queste energie verso una vera e propria scena.
Parlando di Sud Africa non si possono evitare temi complessi come quello del classismo. A tuo parere, come ti sembra che la scena house possa gestire un problema così grave?
Ad essere onesti, Città del Capo è un’attrazione turistica prettamente bianca, e per molto tempo, la popolazione bianca è vissuta in centro della città, mentre la popolazione nera nella provincia. Ma ora che la house music è riconosciuta a livello mondiale come genere, e che è diventata il principale genere in città, ci sono locali dove trovi sia bianchi che neri a ballare. La possibilità che uno come Skrillex riesca ad insegnare a giovani che altrimenti non riuscirebbero ad ottenere è un’opportunità senza precedenti. Questa associazione dunque unisce i giovani a prescindere dal loro colore o dal loro status sociale.
Parliamo un po’ di te, qual è il tuo background? Come sei diventato un produttore?
Mi sono trasferito a Città del Capo dalla mia piccola aera chiamata Kroonstad nel 2004, all’età di diciassette anni, ma senza il desiderio di buttarmi nella musica. Ai tempi volevo solamente fare qualcosa, volevo diventare un avvocato, o studiare qualcosa. Nel 2005 però ho cominciato a collezionare dischi e musica, arrivando al punto di salvare tutti i miei risparmi in dischi, qualunque tipo di dischi, non necessariamente dischi di house music. Nel 2006 ho iniziato a fare il dj fino al 2008, anno in cui ho iniziato a studiare musica, e a produrre i miei beats. La Red Bull Music Academy che ho seguito a Barcellona lo stesso anno mi è sicuramente servita ad accrescere la mia conoscenza e la mia passione. Tornato a Città del Capo volevo portare tutta la mia conoscenza con me, e condividerla con la gente della mia città. Filosofia che si presta all’associazione di cui in seguito sono diventato parte, Bridges for Music.
Sono in programma alcune release a tuo nome? La Bridges for Music è un’etichetta?
Abbiamo molto materiale che vorremmo pubblicare; materiale che chiaramente grazie ai contatti di Valentino e grazie all’associazione, abbiamo prodotto a Città del Capo. Per quel che mi riguarda non ho ancora pubblicato niente a mio nome, ma ci saranno interessanti sviluppi a riguardo…