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[tab title=”Italiano”]Vi abbiamo parlato molto dello Snowbombing negli ultimi mesi, attraverso news, interviste ad artisti, reportage e quant’altro. Concludiamo questo ciclo di “approfondimenti” con un’intervista all’attuale organizzatore dell’evento: Alex Bennett. Vi abbiamo raccontato (nel dettaglio) come abbiamo vissuto il festival, vi abbiamo accennato a come lo vivono gli artisti, ora invece andiamo dietro le quinte, andiamo a scavare nella razionalità e lucidità della pianificazione del festival, che deve il suo successo anche alla sua ottima organizzazione.
Con quest’anno siete arrivati a 15 edizioni, complimenti! Quindici anni di Snowbombing, di musica, neve, sport… E anche un bel po’ di birra, diciamolo. Com’è raggiungere un tale traguardo con un festival così particolare, penso unico nel suo genere?
E’ stato veramente fantastico raggiungere il traguardo dei 15 anni. Chi poteva immaginarselo all’inizio che avremmo avuto un tale successo! Alla prima edizione del festival c’erano circa 300 persone (perlopiù organizzatori e amici) e quest’anno invece abbiamo ospitato ben 6000 snowbombers nella città di Mayrhofen. Ciò mostra quanto siamo arrivati lontano, e per questo dobbiamo ringraziare anche il meraviglioso gruppo di persone che ogni anno rende il festival possibile. Artisti, snowborder professionisti, i media, tutto il team che lavora dietro le quinte e anche tutti gli snowbombers ovviamente. Queste sono le persone che ogni anno rendono l’evento qualcosa di speciale. Siamo stati i primi a dar vita ad un festival in una località sciistica e sono abbastanza sicuro sia stato anche per questo che abbiamo resistito così a lungo, anche per questo siamo riusciti ad arrivare alla quindicesima edizione. Lo Snowbombing è unico, non solo perché comprende sport invernali ma anche per la particolarità dei party e delle location. L’Arctic Disco ne è un ottimo esempio: lì, a 2000 metri sul livello del mare, abbiamo ospitati i migliori dj del mondo e li abbiamo visti suonare in un club interamente fatto di neve. E ne abbiamo ospitati veramente molti nel tempo, da Fatboy Slim a Norman Jay, da Justin Martin a Eats Everything o ai Kasabian.
Infatti, una vera e propria machina del divertimento. Comprare il biglietto corrisponde ad acquistare un’esperienza unica: clubbing, resort, sport, musica, feste in maschera… Quanti siete a lavorarci? Come fate a seguire tutti questi aspetti al meglio?
Ci sono veramente tante persone che lavorare sodo per dar vita allo Snowbombing. Molte lavorano al festival sin dall’inizio, quindi lo conoscono bene, conoscono i resort, i clienti in tutti i loro aspetti, necessità e difetti. Questa è una cosa molto importante quando si lavora ad un festival a cadenza regolare, siamo molto fortunati ad avere un gruppo di persone così esperte e preparate.
Ci racconti la storia della genesi? Chi e quando ha dato vita allo snowbombing?
L’evento fu creato da una piccola compagnia di viaggi inglese che al tempo cercava un modo per aumentare la popolarità dei suoi pacchetti viaggio invernali. Fu stabilito da Gareth Cooper (fondatore e proprietario) e da un piccolo gruppo di amici che lavoravano nell’ambito musicale che sarebbe stata una grande idea combinare le due cose (buona musica e sci). E’ così che il concept nacque… 15 anni fa!
E gli obbiettivi sono rimasti invariati nel tempo? Quali sono?
L’obbiettivo è sempre quello di offrire qualcosa di unico e diverso. Arrivando dall’Inghilterra, la gente è abituata a partecipare a festival in fattorie o per campi, solitamente dorme in tenda, non si può fare una doccia per diversi giorni, mangia cibo non sano e, probabilmente, è costretta a sopportare il ben noto clima anglosassone. Lo Snowbombing offre qualcosa di differente. I festivaler qui risiedono in buoni hotel, con stanze curate, munite di doccia e con tutte le opportunità che offre un centro benessere. Il tipico Snowbomber può sfruttare la mattina per sciare, il pomeriggio per ballare sulle vette in uno dei nostri terrace, tornare a valle e rilassarsi in una spa, farsi una doccia, poi uscire per un buon pasto al ristorante ed infine ballare tutta la notte. Succedono talmente tante cose durante la settimana della Snowbombing che è impossibile riuscire a far tutto senza dormire un po’. Quindi la gente gestisce il tempo e le energie come più ritiene giusto. Il festival dura diversi giorni e spesso infatti alcuni si prendono una giornata di riposo per recuperare le energie, altri invece prenotano una notte in più per ricaricarsi in vista del viaggio di ritorno.
Per quanto riguarda il pubblico, come è partizionata la clientela dello Snowbombing in termini di provenienza?
Visto che il concept è stato importato ed ideato da alcune organizzazioni e promoter di Manchester, la musica e il marketing erano focalizzati soprattuto sul Regno Unito. Inizialmente si puntava quasi esclusivamente al pubblico inglese. Conoscevamo bene quel mercato e sapevamo benissimo cosa avrebbe funzionato e cosa non, così abbiamo sfruttato le nostre conoscenze e gli esperti di cui disponevamo per andar incontro alle richieste di mercato. Negli ultimi anni abbiamo iniziato ad espanderci, a cercar di attirare un pubblico più eterogeneo, più europeo. Quindi Italia, Olanda, Francia, Germania, Spagna e, ovviamente, Austria. Lo Snowbombing è noto anche per la sua atmosfera, per quel sentirsi parte di una comunità, e pensiamo che questo nuovo mix di paesi sia giusto per continuare a mantener forte questo aspetto.
L’elemento caratterizzante del festival è sicuramente l’abbinamento musica-sport. Ma, di fatto, quanto questi due elementi sono coniugabili a tuo parere? Voglio dire, ballare fino al mattino e poi farsi 8 ore di sci per 7 giorni di fila sarebbe un programma da super-uomini, o no?
Haha sì! Ma si rimane sorpresi nel vedere l’impegno e l’energia del nostro pubblico. Durante il giorno le piste sono pieni di gente che va sugli sci o sulla tavola, ma sui monti, durante il giorno, c’è anche la possibilità di rilassarsi e di ascoltare musica – quest’anno abbiamo avuto diversi artisti, come i Martinez Brothers ad esempio, e la gente aveva la possibilità di andare, sedersi, prendere il sole o ballare un po’ in mezzo alla neve. Poi, dopo una giornata sulle piste, spesso gli snowbombers vanno a rilassarsi e a ricaricarsi nelle spa più note della città; si fanno riposare le gambe e le ossa doloranti in vasche idromassaggio. Dopodiché si procede per la meritata cena in uno dei ristoranti del paese. E’ questa lasso di tempo dedicato al riposo che permette a tutti, volendo, di recuperare le energie prima che le feste notturne inizino. Possiamo dire che è un approccio “yin e yang”. Detto ciò, c’è da ammettere che alla fine della settimana salutiamo bande di snowbombers profondamente stanchi, ma anche molto felici!
Confermo, distrutti ma felici. Come mai, dopo alcuni anni in Francia e in Svizzera, vi siete fermati in Austria, proprio a Mayrhofen?
Inizialmente l’evento si teneva nel comune di Risoul, in Francia, ma dal 2005 è stato spostato nel Tirolo, a Mayrhofen, grazie a un nostro amico che ci ha mostrato il posto. E’ la location perfetta: un ottimo mix di hotel notevoli e appartamenti abbordabili; bar e club fantastici, una grandiosa località sciistica… ed ogni cosa è molto vicina all’altra! Questo penso sia il segreto del nostro successo. Mayrhofen ha giocato un ruolo fondamentale poi, perché in molti possono far suonare artisti in club fantastici o in grandi concert hall, ma praticamente nessuno porta li artisti in cima ad una montagna a suonare dentro un club fatto di ghiaccio, sotto un cielo stellato o su uno stage fatto di neve, circondato da monti innevati e un panorama incontaminato.
Come reagisce la cittadina al festival? Ad esempio abbiamo visto che lo Street Party ormai è sentito come una festa del luogo, quasi come un secondo carnevale…
Lavoriamo a stretto contatto con la città, con le autorità, con la popolazione di Mayrhofen stessa per assicurarci che tutti si sentano parte del processo di creazione. I resort e anche la gente del posto si rendono conto degli effetti positivi che il festival ha sulla città. L’evento ha luogo durante la bassissima stagione, quando il numero dei turisti è esiguo. Portiamo ben 40000 pernottamenti. Hotel, appartamenti, guest house, b&b sono tutti al completo durante quella settimana. Ristoranti, supermercati, nolo sci (che addirittura devono prendere dell’attrezzatura extra per soddisfare il numero dei clienti), le compagnie di taxi, tutti lavorano al massimo durante il festival. E’ una vera e propria spinta all’economia che arriva proprio a fine stagione e che prepara la città al periodo estivo. C’è da considerare poi la grande visibilità che i vari esercizi commerciali locali hanno in Inghilterra, vista l’imponente campagna promozionale e l’esposizione mediatica che precedono lo Snowbombing. L’aumento della reputazione di Mayrhofen in Inghilterra è stata palese negli ultimi anni. Alcuni, dopo aver partecipato al festival, decidono di tornare anche solo per una semplice vacanza con amici o famiglia. Infine, riteniamo sia fondamentale fornire biglietti a prezzi scontati alla gente del posto, allo scopo di rendere il festival qualcosa di vicino a loro. Cerchiamo anche di prendere alcuni show e artisti che sappiamo essere popolari da quelle parti.
Le venues sono molteplici, ognuna ha una sua particolarità. Descrivicene qualcuna!
Lo Snowbombing offre venues ineguagliabili rispetto a quelle di altri festival. Dell’Arctic Disco già ti ho parlato, un’altra festa decisamente inusuale è il Backcountry Party, che è uno dei favoriti dagli snowbombers. Organizziamo la festa in una piccola radura dove è situata un’antica e tradizionale struttura tirolese, detto meglio: un fienile in legno di ben 300 anni situato in una vallata nascosta. Anche lo Street Party è qualcosa di abbastanza particolare, praticamente vi partecipa l’intera città di Mayrhofen. Quest’anno il tema è stato baffi & lederhosen (i tradizionali pantaloni corti in pelle diffusi nella zona)! Sono quest’aria di spensieratezza e queste feste inusuali a render lo Snowbombing un festival unico.
Immagino che anche per gli artisti sia un’esperienza diversa dal solito. Voglio dire, suonare dentro ad un igloo non è una cosa che capita tutti i fine settimana. C’è qualcuno che si è veramente affezionato al vostro festival, che ne è rimasto particolarmente colpito?
Molti degli artisti che hanno suonato allo Snowbombing sono poi tornati negli anni successivi sia per suonare che per far festa, ed anche per sciare ovviamente. James Zabiela è uno di questi. Lui ad esempio è un ottimo raider e uno dei motivi per cui viene sono proprio le montagne. Con facilità lo si può incontrare in giro per le piste durante i giorni del festival. Per molti degli artisti lo Snowbombing non è solo un’occasione per suonare difronte a grandi folle, ma anche un’opportunità per prendersi qualche giorno di relax, godere delle montagne, incontrarsi con amici e collegi, e approfittare degli après-ski ovviamente!
Altra particolarità che ci ha colpito: la modalità “Road Trip”. Spiegaci in cosa consiste…
Non ne sono certo, ma penso proprio lo Snowbombing sia ancora l’unico festival ad offrire questo tipo di esperienza. Si tratta di un comodo e tranquillo viaggio in macchina dall’Inghilterra all’Austria, quindi anche di un ottimo modo per godere dello splendore di alcuni paesi europei e di conoscere colleghi snowbombers. Inoltre è una modalità economica per raggiungere il festival! La carovana di gente che arriva in macchina è perlopiù costituita da persone che ci tengono molto ad arrivare con i giusti travestimenti… a volte dipingono e “travestono” addirittura la loro macchina. Li accogliamo ogni anno durante la prima giornata con una gran festa.
Il tuo commento finale sull’ultima edizione…
Siamo stati molto felici di aver ospitato il live dei The Prodigy, per la seconda volta. E’ stato veramente un momento magico e senza ombra di dubbio uno dei più graditi dagli snowbombers, con tanto di fuochi d’artificio finali. Inoltre, era veramente molto tempo che cercavamo di portar qui i The Chemical Brothers, anche questa è stata una cosa di cui siamo stati molto felici e fieri così come lo siamo anche per lo speciale funk & soul set di Mr. Carl Cox all’Arctic Disco — veramente fantastico! Tutto questo, abbinato al sold-out, ha fatto sì che questo quindicesimo anniversario venisse iscritto negli annali![/tab]
[tab title=”English”]In the last months we’ve talked a lot about the Snowbombing, through news, interviews with artists, reportage and more. We want to conclude this sequence of in-depth analysis with an interview with the current event director of the festival: Alex Bennett. We told you (in a really detailed way!) how we experienced the festival, we have mentioned also how the artists live it, but now we go behind the scenes, let’s dig into the rationality of the festival planning, a festival that owes its success also to its excellent organization.
With the last one they are fifteen editions, congratulations! 15 years of Snowbombing, music, snow, sport… And also a lot of beer, let’s face it. How does it feel to achieve such a goal with a so peculiar festival, maybe the only one of its kind?
It feels fantastic to reach this milestone of 15 years. Who knew when it first began that it would turn into such a successful event! The first edition had around 300 people attending (mainly friends of the organisers) and this year we welcomed around 6000 snowbombers to Mayrhofen. That shows how far we’ve come and we are ever thankful to the amazing group of people that come to snowbombing every year and make the event what it is – artists, pro boarders, the media, the whole team behind the scenes and of course the snowbombers– they are what make the event so special. We were the first to hold a music festival in a ski resort, and I am sure why its has been why we have lasted so long, part of the reason why we are approaching our 15th year. Snowbombing was the first festival of its kind, not only being in a ski resort, but doing parties in completely unique locations. The Arctic Disco is the perfect example of this, where we have had many DJs play at 3000ft in a club entirely made from snow. We have had everyone from Fatboy Slim, Norman Jay, Justin Martin, Eats Everything to Annie Mac play there over the years, to Kasabian.
A real fun machine. Buying a snowbombing ticket means purchasing a unique experience made up of very different aspects: clubbing, resorts, music, sports, fancy dress parties… How many people work together to give life to the festival? How do you follow all these different aspects in the best way? From the artistic selection to a street party organization…
There are so many people working hard behind the scenes to make the event what it is. Many of the people have worked with snowbombing since the early days and know the event, the resort and the customer inside out and that’s important when it comes to a smooth-running event. We’re lucky to have a very experienced and knowledgable group of people behind the event.
Can you tell us the story of the geniuses? Who and when gave birth to Snowbombing?
The event was created by a small travel company in the UK, who was looking for a way to increase the popularity of its ski trips at the time. It was decided by Gareth Cooper (founder and owner) and a group of his friends who worked in music, that it would be a great idea to combine the two (decent music and skiing). This was when the concept of Snowbombing was born… 15 years ago!
And are there always same goals? What are they?
The goal is always to offer a unique and different offering. Coming from the UK, people are used to attending festivals in fields or on farms, where they are camping in tents, don’t shower for few days, eat unhealthy food and probably experience the famous English wet weather. Snowbombing offers something different. People stay in a nice hotel, with a nice bedroom, shower and spa facilities. The typical snowbomber can spend the morning skiing, afternoon partying on the mountain in one of our mountain terraces, come back have a spa, shower, rest-up, go out for a lovely meal in a restaurant and then go party all night. There is so much going on at Snowbombing that you could not do everything without no sleep and a lot of travelling around the mountain or town, so people dip in and out of what they want to do. You find that because the festival is so long, that people often take a night off, or book an extra day at the end of the holiday, to stay out relax for a day before travelling home.
Talking about the public: how are Snowbombing customers partitioned (in terms of provenance)?
As the concept was brought together by Manchester club nights and music promoters, the music and marketing that originally took place was focused in the UK and created a UK centric market. This has been seen with the history of the event, growing in popularity in the UK press and this translating into growing sales in the UK. We knew the market well and knew what worked and used our expertise and knowledge to meet the markets demands. Over recent years we have looked to expand the event to appeal to a more European mix of clients from regions the Netherlands, Italy, France, Germany, Spain and of course Austria. Snowbombing is famous for its atmosphere and feeling that you are part of a community, so we are wary that this needs to be the right mix to keep this important part of Snowbombing the same.
The main feature of the festival is definitely the music-sports combination, or better, partying and snowbording. But, in practice, how much these two elements can be combined in your opinion? I mean, dancing until the morning and then hours of skiing for 7 days would be a program for Supermen, isn’t it!
Haha yes! But you’d be surprised by the commitment and energy of the people at snowbombing. During the day the slopes are packed with people skiing and boarding. There’s also the chance to relax and enjoy music on the slopes themselves during the day – this year we had artists like The Martinez Brothers playing up there so people can have a sit down in the sun or a little dance in the snow. Then after a day on the slopes you can often find snowbombers relaxing and recovering at one of the resort’s famous spas, resting weary legs in roof-top hot tubs or treating aching limbs to a massage before a well-deserved dinner at one of the many restaurants on the resort. This down-time allows them to recuperate and regain energy before the nighttime parties begin. It’s this yin and yang approach that is very special to snowbombing. But it’s true to say that after 1 week we wave goodbye to some very tired (but very happy!) snowbombers.
Why, after few years in France and Switzerland, have you chosen the Austria, Mayrhofen, and why did you stop there?
It was first held at the French resort of Risoul but since 2005 the event has been staged in the Tyrolean resort of Mayrhofen in Austria after we were shown the location by a friend who was living in the resort. It’s the perfect location – a great mix of nice hotels with cheaper apartments. Fantastic bars and clubs, great ski area and all very close together. We were the first to hold a music festival in a ski resort, and I am sure why its has been why we have lasted so long, part of the reason why we are celebrating our 15th year. On top of this, our success was built on being a unique and different offering which Mayrhofen plays an important role in. Anyone can play in a club, or a big concert hall, but not everyone can play on top of a mountain in a club made of ice underneath a starry sky, or on a snow stage surrounded by snow covered mountains with pristine blue skies.
How does the town react to the festival? For example, I read the street party is now felt almost like a local feast day, almost like a second carnival!
We work very closely with the resort, the local authorities, and the people of Mayrhofen themselves to make them feel involved in the whole planning process. The resort and all of the locals also realise the benefit the event has on the local economy of the town. The event takes place in the off-back of the season, where resort numbers are generally quite low (tourists), the event brings as many as 40,000 overnight stays into the resort over the festival. Hotels, apartments, Austrian guesthouses are all sold out (or very nearly). Restaurants, supermarkets, ski hire shops (who have to hire in extra stock as its their busiest week of the season), taxi companies are all run off their feet for the week.Its a real economic boost for the economy at the end of the season, which sets up the town for the summer. On top of this the resort realise the very high marketing value that Snowbombing gives the resort in the UK, due to the huge marketing and press exposure the event generates. This over the years as clearly been seen with the improving reputation with the resort in UK press as a result of the event and also the return custom of Snowbombers, who attend the festival, love the resort of Mayrhofen, who then return as a holiday in a year or two with their family or friends. As well as offering discounted tickets to the locals, which is very important to do, to make them feel included, we always try and book some acts and DJs we know that are popular with the locals in the resort.
Venues are varied, each has its own peculiarities. What are the main ones and their particularities?
Snowbombing offers the most unique party venues in the world. I’ve already told you about the Arctic Disco but as well as that we also have the Backcountry parties which are a favourite of snowbombers. We hold the parties in a small forest clearing on a traditional tirolean stafe, a 300 year old wooden barn in a hidden valley. The Street Party is also pretty special as the whole town of Mayrhofen join in. This year the fancy dress them was Leder-hosen and moustaches! Its these silly moments and special parties that make Snowbombing so unique and special. The memories and experiences stay with us, the artist and customer forever.
I guess even for artists who come and play at the Snowbombing it’s a different experience from the usual. I mean, playing inside an igloo for example is not something that happens every weekend. Is there someone who is really fond of the festival, some artist who was deeply impressed?
Many of the artists that have played at snowbombing return back again year after year both to play and to party (and of course to ski!). James Zabiela is one such artist – he’s an accomplished boarder who you can always find out on the slopes in Mayrhofen during snowbombing. For a lot of artists snowbombing is not only a chance to perform in front of one of the most up-for-it crowds in the world, it’s also a chance to take a few days to relax and enjoy the mountains, catch up with friends and enjoy the apres ski!
Another peculiarity we really like: the “Road Trip”. Explain us what is it, and why did you decide to put it in the Snowbombing program?
I think Snowbombing is still the only festival to offer this kind of experience. It’s a leisurely drive from the UK to Austria and actually a great low-cost way of reaching the event whilst taking in the sights of several European countries and meeting fellow snowbombers along the way. All of the people that come on the road trip put in a lot of effort with their costumes, even sometimes dressing up their car and there is a big celebration when they arrive in the village on the first day of the event. It’s a lot of fun.
Finally, your opinion on the latest edition…
We were really excited to have The Prodigy return this year for their second ever time at Snowbombing. It was a truly magical moment and certainly one of the favourite nights for many snowbombers ending in a huge fireworks display. We had also waited a long time to get The Chemical Brothers to Snowbombing so that was another thing we were really excited about this year as well as a very special rare funk and soul set from Mr. Carl Cox in the Arctic Disco – a real high point! All of this coupled with a sell-out event made the 15th anniversary one to go down in the history books![/tab]
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