Che Amsterdam sia una città iper-inflazionata in termini di turismo (anche e soprattutto fra i nostri connazionali) è totalmente cristallino. Per chi vive da queste parti, durante tutto il corso dell’anno, non è inusuale avvistare comitive di amici, giovani e meno giovani, vagare per le vie del centro, del distretto a luci rosse e su snodi fondamentali del divertimento come Leidseplein o Rembrandtplein coi classici cappelli di lana con scritto a caratteri cubitali il nome della città. Indumento il cui fascino, evidentemente, deve essere davvero irrefrenabile, visto che i gift shop ne vendono ancora migliaia e migliaia ogni anno. Di fatto, e sfido chiunque a dire il contrario, i fattori primari che portano miriadi di stranieri a fare tappa nella città che fu di Vincent prima e Johan dopo, oltre alla pura e semplice bellezza artistico-naturalistica di un luogo come pochi ce ne sono sulla Terra, vertono in maggior misura sui vari eccessi (più o meno legalizzati) che ne hanno consacrato il mito nelle ultime decadi dopo le grandi rivoluzioni studentesche del dopoguerra.
Eppure tutto questo turismo di massa si mantiene, avvedutamente, alla larga da un’altra eccellenza olandese come il clubbing, con la sola eccezione di alcuni grandi eventi come proposti da monoliti del mestiere come Awakenings, ID&T e Q-Dance (per altro ad oggi tutti sotto lo stesso egemone vale a dire l’americana SFX), spesso virando su latitudini di maggior richiamo come Londra o Berlino quando si tratta di eventi singoli o weekend fuori porta a sfondo danzereccio durante l’anno. E’ infatti tangibile quanto la scena “di tutti i giorni” legata alla musica elettronica sia (da entrambi i lati della consolle) quasi esclusivamente autoctona, con qualche expat appassionato a fare da contrasto, sebbene tremendamente ricca, varia ed organizzata ai limiti del fastidioso. Con venue e line up che nulla hanno da invidiare a quelle delle metropoli già citate, ma che per un motivo o per l’altro non trasmettono lo stesso hype di una sana coda con buone possibilità di “rimbalzo” come accade altrove.
Ciononostante esiste una settimana all’anno in cui la club scene cittadina apre le ali come un pavone e lascia che tutti possano rimirarne la grandezza e testimoniare il legame profondissimo fra istituzioni, infrastrutture, aziende e cittadini che è stato plasmato (non senza lottare con le unghie e con i denti, sia chiaro) col passare del tempo. Amsterdam Dance Event nasce da questo concetto e dopo oltre vent’anni continua a spiccare come uno degli appuntamenti fondamentali per gli appassionati di elettronica, ma soprattutto per i tantissimi addetti ai lavori e professionisti di settore a cui la manifestazione è principalmente dedicata.
Paradossalmente, da non particolare fruitore dei vizi sopracitati, quando un po’ di anni or sono è venuto il momento di prenotare la mia prima visita ad Amsterdam, ho trovato fin da subito irresistibile la magnificenza di questo evento lungo cinque giorni, dove nel giro di pochi chilometri era possibile ascoltare pressoché qualunque artista desiderassi. Da normale cliente però neanche mi sognavo quanto potesse estendersi sott’acqua questo enorme iceberg di cui, da giovane inesperto, riuscivo a scorgere soltanto la già più che invitante estremità.
Fino a che, anno dopo anno, ci sono stato come giornalista prima e come abitante poi. E se nel primo caso si è trattato di un totale cambio di prospettiva, il secondo mi ha permesso di organizzare il tutto in maniera più semplice ed accorta, basandomi anche su una presenza più continuativa sul terreno di gioco. Il che, come immaginerete, si porta dietro moltissimi vantaggi su come vivere al meglio questa incredibile settimana dove tutto in città sembra incessantemente parlarvi dell’ADE. Per questo motivo ho pensato di venire incontro a coloro i quali si apprestano per la prima volta, come me a suo tempo, ad assaporare il clima tutto particolare che pervade Amsterdam durante questi giorni di grande frenesia, creando un quintetto di piccoli trucchi ed accorgimenti per vivere al meglio la città, i suoi servizi e le tradizioni che la contraddistinguono. Sicuramente alcuni di essi vi potranno sembrare banali se siete già stati da queste parti, ma ho la ferrea convinzione di poter regalare a chi legge qualche chicca che potrà, in qualche modo, rendere più piacevole la vostra permanenza.
Prevenire è meglio che curare…
Chi pensa che l’esperienza dell’ADE inizi soltanto una volta varcata la soglia dell’aereo a Schiphol non è mai stato tanto lontano dalla verità. Il reale calcio d’inizio per anni è coinciso con il primo giorno di Agosto, data che solitamente prevedeva il rilascio della prima ondata di eventi e conferenze. Negli ultimi anni questo appuntamento è stato man mano anticipato e nel 2016 si è avuta notizia delle prime feste già intorno dalla fine di Giugno, fino ad avere oggi un programma comprendente quasi 500 eventi, suddivisi su circa 120 venue disseminate in tutta la città e con circa 2000 artisti coinvolti e circa 350mila visitatori. Un numero talmente imponente da rendere necessaria una minuziosa scansione di ciò che può interessare per non rischiare di perdere la bussola e rimanere delusi.
Se la parte di conferenze sarà esclusiva dei moltissimi addetti ai lavori accreditati e dei pochi temerari che spenderanno la cifra non proprio abbordabile richiesta per un 5-day Pass o per un ticket giornaliero, quella legata alla club life vedrà una presenza massiccia da parte di normali avventori provenienti da ogni angolo del globo e soprattutto di tanti olandesi, abituati per indole a programmare le proprie “uscite” con largo anticipo. Quindi se state pensando di vagare in giro per la città e farvi ispirare sul momento su quale festa scegliere, state molto attenti: le probabilità, soprattutto nelle due sere del weekend, di trovarsi davanti parecchi fogli con scritto UITVERKOCHT (olandese per tutto esaurito) all’esterno di molti dei locali (non solo quelli tipicamente più gettonati) saranno altissime e rischierete di rovinarvi la serata ripiegando su eventi che magari non rispecchieranno le vostre aspettative. Munitevi di pazienza fin dall’inizio dell’estate, tenete d’occhio le feste e appena potete buttatevi a pesce sulle prevendite, che in Olanda (salvo rari casi) rappresentano il 90% abbondante dei ticket messi a disposizione dagli organizzatori. Chi prima arriva…
…ma anche no.
Se c’è però qualcosa che la mia esperienza in termini di festival multi-sala ha saputo insegnarmi è che non c’è niente ma proprio niente di più garantito del fatto che stabilire dei programmi vorrà poi dire puntualmente perdersi via e non rispettarli, lasciandosi trasportare dall’enfasi del momento e da fattori intervenuti nel frattempo. Quindi, in caso voleste a tutti i costi vivere il momento e trovaste, come detto, un bel tutto esaurito alla festa a cui davvero volevate partecipare oppure nel caso in cui uscissero in seconda battuta eventi che meglio si sposano con ciò che avevate in mente ed aveste già comprato i ticket per qualcos’altro, non disperate: in Olanda esistono siti di rivendita snelli e per niente costosi, come l’ormai celeberrimo Ticketswap (oggi usato anche in Italia), dove potrete mettere in vendita i vostri ticket oppure comprare quelli di altri utenti che, per un motivo o per l’altro, non possono più partecipare. Il sito trattiene solo una piccolissima commissione da ciascuna transazione effettuata e farà da tramite per il processo di pagamento fra chi compra (carta di credito il modo più semplice) e chi vende (vi chiederanno un IBAN su cui verseranno il dovuto il giorno lavorativo seguente). Il resto della faccenda rimane completamente in mano agli utenti.
Questo sistema aiuta ad eludere truffe e bagarinaggi vari, in quanto è necessario fornire il biglietto originale che viene controllato direttamente e messo in vendita ad un prezzo (deciso dall’utente) che non può in nessun modo eccedere il 5% in più rispetto a quanto è stato pagato. Quindi, se vi troverete di fronte al già citato foglio di carta affisso sulla porta del vostro party preferito, non perdetevi d’animo. Provate a scaricare Ticketswap tramite AppStore o Android e cercate la festa in questione. Se altri amanti dell’ultimo minuto come voi non avranno già spazzato via tutto, avrete facilmente salvato la vostra serata.
Ma come ti vesti?!
Le quattro stagioni non sono soltanto una serie di concerti per violino di Vivaldi ed una rinomata varietà di pizza, ma anche la descrizione perfetta che qualunque abitante olandese (ma se vogliamo possiamo allargare il concetto a gran parte del Nord Europa) potrebbe farvi della situazione meteorologica del suo Paese. E non è un caso infatti se in ciascuno degli zaini che Amsterdam Dance Event regala ai suoi Delegates sia incluso un ombrellino portatile. L’assoluta variabilità delle condizioni meteorologiche, in qualunque momento dell’anno, risulta essere una sentenza senza possibilità di appello. Anche la settimana dell’ADE non fa eccezione a questa regola: se vi troverete nell’arco della stessa ora a boccheggiare sotto il sole per le vie del centro e a trovare riparo, zuppi d’acqua, sotto a una tettoia, salvo poi ricominciare a sudare ancora non pensate di essere sotto l’effetto di qualche specialità da coffee shop, è tutto normale. Anche se le previsioni dovessero promettere bene, portate scarpe comode (se volete vivere a pieno l’esperienza dell’ADE dovrete camminare parecchio e la pavimentazione del centro mal si sposa con tacchi e suole dure) e un buon numero vestiti pesanti, perché al freddo andrà ad aggiungersi anche il vento e trovarsi impreparati può davvero rischiare di rovinarvi la giornata.
Per esperienza, mi sento di sconsigliare in ogni caso l’ombrello che, nell’effettivo, risulterà particolarmente inutile; complici le sferzate di Tramontana provenienti dal mare che renderanno obliquo il moto della pioggia, trasformando il vostro riparo in qualcosa di più simile ad un aquilone deformato. Molto meglio armarsi di un buon k-way o di un poncho tascabile (quelli che spesso distribuiscono ai festival estivi sono ideali, pratici e si trovano ovunque) che vi garantiranno di evitare imprevisti ed arrivare a destinazione relativamente integri. Una cosa è certa: l’autunno olandese non vi prometterà il gusto mediterraneo di intere giornate di sole e quiete, ma non date nulla per scontato. Mutuando la frase che mi disse un guida turistica ad Amburgo: “Se non ti piace il tempo che fa da queste parti, aspetta cinque minuti”.
L’importanza degli spuntini.
Non ci possiamo fare niente, è più forte di noi. Appena varcati i confini nazionali, noi italiani non possiamo fare a meno di sfinire incessantemente chiunque sul fatto che cucinare e mangiare non siano una mera questione di necessità quanto un vero e proprio culto. E’ ovvio quindi che scontrarsi con la mentalità olandese secondo cui (per loro stessa ammissione) cibarsi è semplicemente sinonimo di sopravvivenza non possa esattamente far pendere le nostre simpatie per i nostri amici batavi. Eppure, in questo periodo passato a stretto contatto col “nemico” ho imparato ad apprezzare qualche piccola tradizione che, un giorno alla volta, ho iniziato a fare mia. Durante i giorni dell’ADE mangiare avrà un ruolo fondamentale nel ricaricare le forze tra un evento e l’altro. Fortuna vuole che all’interno della maggior parte dei club cittadini una diffusa abitudine sia quella di dare sempre la possibilità ai propri clienti di acquistare un frutto, delle caramelle o (nei casi più attrezzati) anche panini e leccornie più elaborate. Nonostante l’Olanda possa vantare oltre 100 ristoranti stellati, la sensazione di trovarsi sempre alle prese con cibo etnico rielaborato in chiave autoctona (quindi solitamente fritto e pieno di salse, miglior esempio possibile di questo assunto è il kapsalon) non lascia grandi speranze in termini di esperienza culinaria, a meno che non abbiate voglia di aprire il portafogli in maniera importante. Ma come già detto, qualche piccola sorpresa la si può scorgere semplicemente prestando attenzione.
Se volete davvero stupire i vostri amici andate a fare colazione al Bloemenmarkt, il mercato dei fiori situato a pochi passi da Piazza Dam, precisamente alla congiunzione fra la Spuistraat e la Rokin (due delle arterie primarie del centro). Una volta che vi sarete persi tra i mille colori e profumi, portateli da uno dei tanti baracchini ambulanti e, se ciambelle e dolci di ogni tipo non fanno al caso loro e sentono la necessità di testare qualcosa di realmente tipico, fategli provare il leggendario broodje haring, un panino con dentro un filetto di aringa crudo, accompagnato da cipolle e cetrioli freschi. Nonostante io non sia per niente un amante del pesce, devo ammettere che chiunque abbia portato ad assaggiarlo è stato talmente sorpreso dalla bontà di questo semplicissimo (anche se un po’ inquietante) snack, da averne abusato regolarmente nelle occasioni successive.
Appurato che gli olandesi non siano particolarmente fantasiosi per quanto riguarda i due pasti principali della giornata, possiamo invece dargli atto di possedere un’innata abilità nel riempirne gli intermezzi con alcune rinomate sfiziosità. Per esempio, se il già citato panino con l’aringa non dovesse stuzzicare la vostra fantasia, lo street food locale può vantare molte altre frecce al proprio arco: dagli spuntini salati come i pericolosissimi bitterballen e kaassoufflè (fuori freddi, dentro palla di fuoco come i peperoncini di fantozziana memoria, ma perfetti per accompagnare una buona pinta) a quelli dolci come stroopwaffel e oliebollen. Senza dimenticare un’altra grande eccellenza olandese: le patatine fritte. Una sola porzione “Obelix” da Manneken Pis sulla Damrak basterà a calmare il vostro appetito e quello dei vostri amici per il resto della settimana.
Nel caso in cui tutto questo junk food vi abbia messo con le spalle al muro e ciò che lo stomaco vi impone è di fargli prendere un po’ fiato, basterà fare un giro in uno dei tanti Maoz, catena americana di fast food 100% vegetariano, presenti nel centro città, per godere di un pasto leggero, salubre e tutto sommato economico. E se proprio non ve la sentite di uscire di casa, potete scaricarvi l’app di Thuisbezorgd che vi permetterà di ordinare (sfruttando la vostra posizione GPS) da una quantità infinita di ristoranti pagando direttamente con carta di credito al momento della prenotazione e ricevendo il cibo direttamente sulla porta, spesso anche senza commissioni aggiuntive per la consegna. Per ogni altra necessità c’è sempre Albert Heijn, la più famosa catena di supermercati dei Paesi Bassi.
Mind the bikes! And trams!
Una delle primissime lezioni che si imparano quando si visita una qualsiasi città olandese per la prima volta è che, sebbene quella lingua rossa di cemento a bordo strada sia tremendamente invitante da percorrere con la propria valigia rispetto al più “rumoroso” selciato del marciapiede, vi ritroverete presto sotto assedio come un impala in mezzo ai leoni, con orde di biciclette e motorini (quelli appositamente tarati per non superare i 35 km/h sono ammessi nelle ciclabili, non senza qualche polemica) a suonare ed inveire in maniera ben poco cristiana e in qualche caso letteralmente a venirvi addosso senza farsi troppi problemi. Nei primi giorni di permanenza sentire il campanello di una bici nelle vicinanze vi provocherà la stessa reazione di quando siete in macchina e sentite una sirena senza capire da dove arriva e dal nulla vi ritroverete una volante o un’ambulanza dentro l’abitacolo senza nemmeno accorgervene. Ricordatelo sempre, nel caso remoto in cui doveste guidare tatuatevelo come il protagonista di Memento, se le bici da noi sono considerate l’elemento più insignificante della catena alimentare stradale, in Olanda sono invece in cima e anche con buon margine, visto che hanno la precedenza su qualunque cosa di muova. Stesso discorso per i tram, che spietati come iene tagliano le vie pedonali del centro storico facendo il vuoto fra inebetiti turisti che vengono destati dal loro torpore a colpi di clacson e imprecazioni multilingua.
Il consiglio migliore per integrarsi al meglio in questa giungla urbana sarebbe quello di noleggiare una bici e diventare così a vostra volta invulnerabili, ma se preferite la comodità potrete sfruttare quella che è senza dubbio una delle migliori reti di trasporto pubblico al mondo. Treno, metropolitana, tram, bus, battelli e chi più ne ha più ne metta saranno i vostri migliori amici quando verrà il momento di spostarvi dalla vostra dimora in giro per i vari eventi a cui parteciperete. Come tutte le cose belle, purtroppo, anche questa (specialmente per i turisti) ha un costo piuttosto cospicuo, che però può essere ammortizzato con una semplicissima accortezza. Non appena arrivati nella hall principale dell’aeroporto di Schiphol potrete acquistare in biglietteria o alle macchinette automatiche una Multi-Day Card per la validità di quanti giorni vorrete (con relative fasce di prezzo) che vi darà accesso a tutti i mezzi cittadini (treni esclusi). Nel caso in cui prevediate spostamenti interurbani, la miglior soluzione è munirsi di una OV-chipkaart al costo di 7.50 Euro. Con questa tessera usa e getta potrete utilizzare tutti i mezzi pubblici in Olanda senza l’assillo di dover acquistare biglietti di alcun tipo. Caricherete il credito direttamente da qualsiasi sportello automatico e anche in molti negozi (come ad esempio i supermercati Albert Heijn). Il vero vantaggio sarà anche quello di non pagare più la tariffa piena per una corsa (ad esempio una corsa in tram/bus costa 2.60 Euro) ma andrete direttamente a pagare per ciò che avete consumato, quindi in base alla distanza, fino ad un massimo di 4 Euro per i mezzi cittadini e di 20 Euro per il treno (credito che dovrà essere presente nella tessera in caso prendiate l’uno o l’altro mezzo, pena il non funzionamento della tessera). Nella maggior parte dei casi, per spostamenti all’interno del centro di Amsterdam, un giro in tram o in bus vi costerà poco più di 1 Euro, che sommato per tutte le volte che dovrete farlo nel corso della settimana vi garantirà un risparmio più che interessante.
Personalmente, fatta eccezione per le situazioni di reale necessità come ad esempio la notte, sconsiglio di prendere i taxi a meno che non siate in 3-4 persone. Le tariffe non sono folli ma possono diventarlo in caso varchiate in maniera importante i confini del centro. Esempio pratico: per fare il viaggio dall’aeroporto al centro spenderete di taxi circa 10-12 volte il prezzo e ci metterete 3-4 volte di più ad arrivare a destinazione rispetto al quarto d’ora necessario dalla stazione interna di Schiphol a quella centrale di Amsterdam col treno. Parola di chi la prima volta c’è cascato con tutte le scarpe. Capirete da soli cosa conviene fare, no? Per programmare i vostri spostamenti sarà sufficiente munirsi di uno smartphone e scaricare l’app giusta. La GVB (la società dei trasporti di Amsterdam) ne ha una, anche le ferrovie hanno la loro, ma se volete mettere direttamente insieme tutti i pezzi l’ideale è scaricare 92 92, che combinerà tutti i database delle varie linee per fornirvi in tempo reale (a patto che i dati del vostro telefono siano attivi) la soluzione migliore per spostarvi da una parte all’altra senza diventare matti e rischiare di perdere la bussola, lasciandovi il tempo di godervi la bellezza di una settimana che ricorderete a lungo. Cosa volete di più?