E’ bello sapere che, in giro per la nostra scena, ci siano persone come Dax DJ (all’anagrafe, Dario Bedin). Persone che siano dei veterani, quale lui è, ma con l’entusiasmo di un ventenne. Persone che quando si mettono dietro alla consolle, ancora oggi, come se fosse il primo giorno, comunicano un entusiasmo totale. Persone che conoscono bene il loro mestiere – i dischi, il modo di metterli, la storia, il presente. Persone che si sono date da fare per creare eventi e fermenti nella loro scena locale, anche quando questa scena non è per nulla semplice, non è quella di una grande metropoli europea o anche solo italiana. Giant Steps serve anche a questo: non solo talenti emergenti che meritano attenzione, ma anche persone fondamentali per la club culture italiana anche senza essere mai diventate famose, conosciute, senza aver avuto release incredibili o calcato le consolle dei superclub. I grandi passi in avanti, i più solidi passi in avanti si compiono anche grazie a persone così. Persone che, come Dax ha fatto qui con noi, pur avendo un bel po’ di set recenti a farsi rappresentare ci ha chiesto di mettere un suo set del 1995, originariamente su cassetta.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Una traccia sola? Almeno tre, dai: tra i primi sicuramente Kraftwerk – “Spacelab” e poi Araxis – “Thème D’Araxis“, questi rigorosamente in 7”; un altro disco fondamentale che mi ha sconvolto la vita: Bobby Konders – “House Rhythms” su Nu Groove Records… a 16 anni non avevo idea di come definire lo stile di questo sound! Per me era un disco “sperimentale” e pensate che al negozio di dischi “Music Power” di Vicenza lo avevo nascosto su uno scaffale poco accessibile perché temevo che qualcuno lo comprasse. Poi, più avanti, capii l’importanza di quel disco, ancora oggi uno dei miei favoriti!
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Quando cominciai a suonare davanti ad un pubblico! Trasmettere ritmo, emozioni, quel feeling magico, l’alchimia che si viene a creare… Fare il dj non è per tutti! Produco anche musica e da poco ho la mia etichetta: Family House Records, inizialmente “digitale”, spero pian piano di poter fare uscire anche dei vinili (che sono la mia passione). Non ho fretta!
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Sai il tempo passa, ma la passione è sempre lì a stimolarti per cui ben vengano i cambiamenti! Non ho particolari paranoie da raccontare…
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Ho avuto un sacco di soddisfazioni: ho suonato con tantissimi guest internazionali, molti di loro li ho invitati per la prima volta in Italia al festival JND Jazz Not Dead e sono anche diventati grandi amici (non faccio nomi!). Negli ultimi anni sono stato molto felice di avere abbandonato un po’ le serate vicentine per poter uscire a suonare in giro per l’Italia e all’estero: ogni volta è un’avventura trovarsi nelle situazioni più disparate e divertenti! Sono anche molto contento della scena veneta. Ci sono un sacco di realtà che stanno proponendo ottime feste e musica! Faccio parte della Crispy family/crew di Padova, che mensilmente organizza dei party molto interessanti. Chi è venuto ed ha sentito, e ballato, sa di cosa parlo! In generale vedo che pian piano la gente, gli staff, i promoter, i dj stanno diventando sempre più esigenti in fatto di clubbing. Ci sono un sacco di nuove realtà valide in Italia: sarebbe bello che queste realtà cominciassero ad interagire di più, invitando non solo dj stranieri ma valorizzando anche gli artisti italiani, che sono molti e bravissimi.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Amo la montagna, amo andare a rilassarmi alle terme. Poi amo viaggiare, l’arte, il design, i mercatini per cui vi do un consiglio: girate il mondo finché potete, è la cosa migliore per l’ispirazione, per attingere conoscenza! Non è detto che se siete a Berlino per forza dobbiate andare al Berghain: c’è anche il Teatro dell’Opera per esempio. Oppure andare ad uno “squat” party a Londra, piuttosto che andare al Fabric (e trovare lì tutti pusher italiani!)
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Probabilmente era meglio aver aperto l’etichetta un po’ prima… Però dai, ora ne sono contento, sebbene tanti amici abbiano criticato questa mia scelta. L’idea dello scegliere per ora il formato digitale? La via più breve ed economica! Ho un sacco di materiale accumulatosi negli anni, tanti progetti, il sound dei miei più cari amici; voglio valorizzare tutti questi anni di lavoro in studio e sacrifici! Sembrerà stupido, ma volevo avere le tracce “shazammabili” e su Spotify… E’ un momento storico molto particolare e caotico per la musica, ce n’è di tutti i tipi e in vari formati. Tempo fa ho fondato la pagina su Facebook “Real DJs Play Vinyl”, ma in realtà la cosa più importante è questa: “Nothing matters when we’re dancing”, firmato Daniel Wang.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Ognuno ha i suoi dischi preferiti, per fortuna! Consiglio una raccolta di artisti vari: Manzel, Atmosfear, Powerline, Dinosaur L, eccetera… Il titolo dice tutto: “Spaced Out”, sull’etichetta Disorient. Poi: Mr Fingers – “Amnesia”, e Nature Boy – “Ruff Disco Volume One” (che sicuramente prima o poi ristamperanno…). Poi ancora: tutti i dischi di Lil’ Louis, tutti i dischi dei Metro Area e di Daniel Wang
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Segnalo: Krishnamurti,”La rivoluzione interiore”. Tutta la letteratura e gli scritti e le poesie di Sun Ra. Poi i libri di Graham Hancock e di Drunvalo Melchizedeck. Film: “Il pianeta selvaggio”.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Per stare in tema con le mie letture “cosmiche”, vado orgoglioso dell’album “Freewill” uscito nel 2012 in cd per l’etichetta italiana electronique.it. Una riflessione: talvolta penso che in ambito musicale i magazine italiani preferiscano fare il copia incolla delle news dei siti stranieri; eppure di “contenuti” validi ce ne sono qui in Italia! Segnalo poi la traccia “Kubik”, che è finita nella compilation del Fabric nel 2007 mixata da Steve Bug. Inoltre nel corso degli anni sono riuscito ad influenzare un sacco di ragazzi che ora fanno tutti i dj (…aiuto!). Poi, i vari festival e party esclusivi ai quali ho partecipato: quando dopo ti richiamano, vuol dire che qualcosa di buono l’hai combinato!
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media on line…
Pensa che il mio sito www.family-house.net è on line dal 2000! Sono completamente malato di web, tecnologie eccetera. Anni fa feci pure un corso di html e web design per imparare a “fare i siti”. Al giorno d’oggi la rete è importantissima. Uso tantissimo il web per comunicare, divulgare gli eventi, le interviste, musica. Sono anche uno storico utilizzatore di Resident Advisor, Twitter, Instagram, eccetera. A volte è anche alienante, ma non puoi farne a meno! Chiaramente devi avere qualcosa da dire…
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Come ti dicevo è un bellissimo periodo! Tantissimi miei amici stanno sfornando dischi fantastici e stanno nascendo pure nuove label (anche se tante altre invece hanno chiuso). Chi mi segue, o segue il mio sito, le mie chart mensili, sa cosa mi piace e mi influenza: “I Love Music, any kind of music” ( come dicono gli O’Jays), e il bello è cimentarmi in dj set nei quali cerco di proporre un po’ di tutto. Credo che in una era così “specializzata”, “targhettizzata”, il dj ha il compito di raccogliere il meglio del periodo (del “suo momento”) e di proporlo senza paura, in libertà: sarà la selezione, il gusto, lo stile ed esperienza a fare la differenza in pista.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Mi vengono in mente le volte che sono stato in Sardegna. Ho avuto l’onore di suonare ad uno degli ultimi party Harder Times alla “Città Globale” di Cagliari: una situazione incredibile, un sacco di gente super festaiola! Delirio: in quel periodo suonavo il promo dei Chicken Lips “He Not In” su Kingsize, avuto per vie traverse, grazie anche all’amico e super dj Guglielmo Mascio, ed era una sempre un’esplosione in pista. Potrei citare poi i vari party all’estero: Londra, Parigi, Lisbona, Berlino e di recente a Marsiglia… Assurde erano anche le serate vicentine Family House: abbiamo sconvolto generazioni con le nostre feste, tempo fa ci si divertiva con poco, anche senza per forza avere un guest. Ecco, sicuramente quelle sono le feste migliori: quelle che più ti valorizzano. Alcune feste memorabili per me poi del 2014: le serate HNGVR sui colli vicentini, il festival Sinstruct al Passo Palade, la trasferta a Roma, quella a Trieste, quelle a Milano dove oramai son di casa al 65MQ e il mio dj set del venerdÏ sera al Perarock sui Colli Berici dopo i CCCP(ex).
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Come ti dicevo c’è bisogno di più collaborazione, scambio, meno edonismo, meno senso esterofilo. Qui in Italia nell’ambito della musica elettronica si fa la gara a portare l’ospite più hype, oppure quello più “di tendenza”, mentre a mio avviso si sottovaluta la scena locale. C’è troppa competitività tra i dj, tra i promoter, e il tutto diventa molto caotico: per emergere devi crearti lo spazio tu, certo, ma è sempre più difficile quando ci sono squadroni di agenzie, promoter che dettano il “mercato” dello spettacolo notturno! Come dicevo, qualcosa però sta cambiando. Esistono delle “nicchie” di cultori: appassionati di musica, di vinili e di puro clubbing. Prediligo quindi le situazioni più familiari, “family” (non a caso)… sono le migliori!
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Continuare a fare il dj, fare uscire musica, dei vinili e girare il più possibile. Vediamo se riesco ad organizzare la decima edizione del JND festival,:sarebbe davvero memorabile, ma di questi tempi la vedo dura a Vicenza… Vediamo cosa ci riserverà il tempo.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
Il mio motto: “May the funk be with you”!